I Broker, le Società di Charter che operano con barche a bandiera italiana sono sempre più in affanno nella ricerca di personale al comando delle loro unità.
Dalla barchetta sul Lago di Como al M/Y 16M che opera nelle Cinque Terre, chi espone il tricolore a poppa deve obbligatoriamente imbarcare un Comandante certificato per la nostra bandiera.
Titolo minimo richiesto: Ufficiale di Navigazione del Diporto.
Facile a dirsi. Ma cosa significa e cosa comporta ottenere tale certificazione in Italia? E quale titolo equivalente può sostituirlo?
Per le leggi italiane (e francesi) sulle unità commerciali il titolo Yachtmaster UK non è riconosciuto idoneo, occorre almeno un MCA Master 200Gt della Maritime & Coastguard Agency.
La corsa ad ostacoli.
Al Candidato al Titolo italiano a fronte alle pragmatiche richieste della "Royal Yachting Association" e della "Maritime & Coastguard Agency" vengono fatte richieste praticamente impossibili da soddisfare. In un settore dove si lavora 4/6 mesi l'anno dovrà esibire...
"...36 mesi di imbarco a Libretto di cui almeno 24 mesi su unità da noleggio" ma quanti anni gli serviranno? E chi lo imbarcherà a Libretto se la maggior parte delle barche hanno bandiera straniera?
La Royal Yachting Association richiede 2500 miglia, esperienza in acque aperte soggette a marea, navigazione pratica. Qui c'è la voglia di sottomettere il Diporto alle regolamentazioni della Marina Mercantile, altrove c'è il riconoscimento di una assoluta indipendenza del Leisure Yachting dal Merchant Navy.
Fuga dalla bandiera tricolore.
La difficoltà di trovare un Comandante titolato e idoneo allo yachting è un altro dei motivi (oltre a quelli fiscali) che determinano la massiccia fuga dalla bandiera italiana di un numero spaventoso di barche che portano all'estero la loro posizione (e il loro budget) passando alla bandiera Maltese, BVI, Cayman e adesso anche San Marino.
L'inadeguatezza fatta sistema
Appare a tutti (quasi tutti) evidente quanto la formazione nel settore della Marina Mercantile sia preziosa ma inadeguata alle esigenze del Diporto, non per qualche mancanza, si intende, ma per la profonda differenza, un 3° Ufficiale di nave da crociera ha scarso successo quando tenta il passaggio nel Diporto, magari al comando di un
"Sunseeker Predator 75" con le Arneson, purtroppo tra le due posizioni, è il caso di dirlo, c'è un mare di mezzo.
L'occasione perduta.
Con il governo Berlusconi II si aprì, tra il 2004 e il 2005 improvvisamente uno spiraglio: al MIT stavano riscrivendo il Codice della Nautica!
Il Collegio Nazionale Capitani di Lungo Corso e di Macchina, associazione fondata nel 1946 ed
interlocutore legale e competente dello Stato aveva immeritatamente promosso chi scrive al ruolo di responsabile nazionale del diporto per il Collegio. Che onore, grazie, con Marineria avrei portato molte nuove iscrizioni al Collegio.
Il Com. Giorgio Blandina, all'epoca Segretario nazionale, mi spedì al MIT con l'Ammiraglio Grandi per interloquire e garantire gli interessi della Categoria. Io ci andai.
Divergenze
In molti avevamo un'idea, il Diporto è un mondo diverso dalla Marina Mercantile. Avendone l'occasione io la espressi.
Rivoluzioniamo le Scuole Nautiche insegnando due o tre lingue straniere ed istituendo due differenti indirizzi Mercantile / Diporto.
Equipariamo i Titoli italiani a quelli del resto del mondo (ad es. i titoli inglesi?) evitiamo invenzioni tutte nostre che nessuno ci riconoscerà.
Ma che gli frega al responsabile di uno Yacht di studiare le normative Mercantili? A lui serve parlare inglese, francese e magari spagnolo, gestire i Water-toys, la Spa di bordo e l'eliporto!"
18 anni dopo
Chi scrive fu accompagnato alla porta e i difensori della tradizione si fecero i loro Titoli, evidentemente non c'era aria di rivoluzione.
Avrei desiderato vedere oggi, 18 anni dopo, uscire i primi neodiplomati del Nautico / indirizzo Diporto con 3 lingue e solida preparazione marina, esperienza già acquisita di navigazione in mare, diurna, notturna, in "tidal waters" e al comando. Nulla di tutto questo.
Meglio cambiare bandiera e imbarcare qualcuno che ci dia, se non altro, la speranza di fare una buona riuscita a bordo con gli ospiti paganti.
I Titoli per il diporto commerciale: Italia Vs. UK
Ecco di seguito il facile ed intuitivo specchietto che ci illustra l'iter deve seguire un Candidato per acquisire un Titolo professionale italiano pensato dal Ministero dei Trasporti e quale sia la strada di un Candidato che ambisce ad un Titolo professionale della Royal Yachting Association.
Il costo dei singoli Corsi ci è gentilmente stato fornito da Miceli Vela.